Le elezioni a Lampedusa un cortocircuito inevitabile.

Per analizzare correttamente il risultato elettorale delle amministrative di Lampedusa e Linosa e le reazioni conseguenti al voto, bisogna partire da una questione che è stata da noi più volte messa in luce, ovvero lo scarto che esiste tra la realtà e la sua rappresentazione.
Ma prima di fare un’analisi più ampia concentriamoci sui dati e cerchiamo di capire perchè i lampedusani e i linosani hanno votato contro la Nicolini,  prima che per Martello.

voti

I commentatori e la sinistra borghese da salotto in queste ore stanno cercando di darsi e dare ogni sorta di spiegazione per questa sconfitta schiacciante, commentatori che molto spesso non sanno niente di Lampedusa e Linosa e dei loro abitanti e che da anni ripetono stereotipi costruiti da loro stessi e dagli apparati di regime. In questo senso Gramsci ritorna utilissimo con la sua perfetta analisi dei rapporti tra potere e cultura, ritorna utilissimo il concetto di egemonia culturale.

Noi crediamo che il primo punto per cui la Nicolini non sia stata votata è la cattiva amministrazione del territorio e non le questioni legate alle migrazioni.
Prima di tutto va specificato che l’amministrazione comunale non è composta solamente dal sindaco ma da assessori, consiglieri e tecnici che il sindaco sceglie insieme ad una maggioranza eletta.
In questi cinque anni si sono dimessi: due assessori e il presidente del consiglio comunale, due consiglieri di maggioranza sono passati all’opposizione.
Noi leggiamo questo fatto come l’incapacità di dialogo all’interno della squadra della Nicolini e come frutto di un accentramento delle decisioni nella figura del sindaco.
Un comportamento che ha poco a che vedere con la tanto sbandierata democrazia e che non lascia spazio di manovra a chi ricopre altre cariche amministrative.

linosa

Se fossero state le questioni legate alle migrazioni a spingere il popolo delle Pelagie a non votare la Nicolini non si spiegherebbe il voto di Linosa che ha premiato Mannino e subito dopo Martello. I linosani (che non rientrano nella narrazione costruita dai media di regime) non sono stati toccati dalla questione delle migrazioni, non hanno un centro per migranti sull’isola e non hanno caserme militari e radar sull’isola.

Per quanto ci riguarda i linosani hanno scelto di non votare per la lista di Giusi Nicolini, perchè in questi anni non hanno visto (come del resto i lampedusani) nessun tipo di miglioramento nella vita quotidiana e hanno avuto uno scarsissimo e inefficace rapporto con il sindaco e le altre cariche comunali.
Se oggi andiamo a vedere la prima consigliera in termini di voti è Maria dell’Imperio un avvocato che ha portato avanti delle cause, proprio contro il comune di Lampedusa e Linosa, per la questione dell’acqua. Forse i commentatori che si strappano i capelli per la Nicolini non sanno che sull’isola, ancora oggi, abbiamo acqua non potabile, che spesso viene erogata a forfait, che sulla tassa dell’acqua viene caricata la depurazione delle acque reflue che però non avviene perché il depuratore non è in funzione. (i lavori di ripristino sono partiti ma vanno a rilento e i finanziamenti risalgono a quelli erogati nel 2011 da Berlusconi).

nico alfa

Forse i commentatori non sanno che la gestione della spazzatura sull’isola è in mano al compare di anello di Angelino Alfano, al cugino di Calogero Firetto ed altri personaggi di Porto Empedocle che nonostante ne abbiano combinate di tutti i colori (non solo a Lampedusa)  continuano a gestire il servizio in proroga, senza una regolare gara d’appalto. Ditte che pagano i lavoratori con ritardi che vanno dai due ai cinque mesi e che spesso sono stati trattati dalla Nicolini non esattamente con solidarietà e “accoglienza”, anzi…..

Se parliamo di liste è bene sapere che all’interno della lista della Nicolini c’era candidato un esponente politico che viene dalla ex amministrazione De Rubeis, un convinto sostenitore della figura di Mussolini e militante nelle file del MSI prima e di AN poi.

D’altronde il referente politico della Nicolini in Sicilia è stato Alfano ed è in perfetto stile Nicolini andare alle manifestazioni del 25 aprile e poi candidare un simpatizzante di Mussolini, che per quanto sia una persona di cui non possiamo dire niente sul piano personale ( e neanche vogliamo scendere su quel piano) rimane un esponente politico di destra inconciliabile con i valori sbandierati dalla Nicolini.

Ma questo i commentatori o non lo sanno o non lo vogliono sapere.

Altra cosa da sottolineare è che la composizione delle liste a Lampedusa e Linosa è basata principalmente sul numero dei familiari che hanno i candidati e non sulle reali capacità dei candidato stessi.
Ma un’affluenza cosi alta che crediamo non si sia mai verificata non si può giustificare con il richiamo dei familiari al voto. Crediamo che tale affluenza si possa giustificare proprio dal voto “contro” la Nicolini.

Molti sono andati a votare contro questa amministrazione e non per una lista in particolare.

I commentatori del voto delle Pelagie che si riempiono la bocca con parole come “legalità”  forse non sanno che in questi anni la legalità molti isolani non l’hanno vista, che le costruzioni abusive sono continuate, che i posti di lavoro sono stati assegnati in maniera poco chiara, che i comitati di affari e le cricche (quelle ad alti livelli) sono rimaste sull’isola a spolparla.

Il diritto se non è di tutti diventa privilegio, e cosi è stato in questi anni.

I commentatori forse non sanno che l’isola del “primo soccorso” non ha un ospedale, gli specialisti arrivano una volta alla settimana e che per partorire e curarsi i lampedusani pagano di tasca loro le partenze e le spese.

Sulla questione delle migrazioni, poi,  il sindaco di Lampedusa e Linosa non ha potere decisionale e quindi ci piacerebbe sapere cosa ha fatto di concreto la Nicolini su questo fronte?

Il potere mediatico acquisito dalla Nicolini non è stato usato per denunciare le reali condizioni dell’Hot Spot di Lampedusa, non è stato usato per denunciare la militarizzazione dell’isola, non è stato usato per mettere, al centro della discussione pubblica, i nodi centrali della questione migrazione.

Il potere mediatico acquisito è stato usato per riprodurre gli schemi preconfezionati dal potere dominante e riprodotti dai media e dal “mondo della cultura”.renzi nicolini

Perchè le persone scappano dal proprio paese?

I poteri dominanti con cui la Nicolini va a braccetto, non sono forse coloro che provocano le migrazioni e poi le gestiscono mettendole a profitto?
Non è stato il governo di Obama a destabilizzare mezzo mondo, a impiantare in Sicilia il sistema MUOS con la collaborazione dell’altro amico della Nicolini il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta?
Non sono le armi prodotte dall’UE a massacrare milioni di civili nel mondo e provocare le migrazioni di massa?
Non è il PD a fare da terminale a questo potere dittatoriale che è un misto di mafie, capitalismo e tecnocrazia?
Non sono personaggi come Soros che da un lato stimolano le migrazioni con le loro operazioni finanziarie e poi utilizzano la retorica sulle migrazioni per continuare a destabilizzare e accumulare capitale?
Non è un caso che Lampedusa sia diventato il paradiso per apparati militari, associazioni umanitarie e artisti pronti a reiterare le retoriche sull’isola dell’accoglienza.
Non è un caso che l’Open Society di Soros firmi un accordo con l’amministrazione Nicolini.

E perchè la Nicolini invece di lodare Mare Nostrum non ha messo al centro del dibattito la questione della regolarizzazione dei viaggi e della detenzione amministrativa?

Forse i commentatori innamorati della Nicolini non sanno che le persone che salvarono tante vite il 3 ottobre del 2013 furono trattate dalla Nicolini come il nemico, perché denunciavano i pesanti ritardi della Guardia Costiera che si verificarono quella mattina. Quelle persone a lei non l’hanno votata.

I pochi lampedusani che svolgono delle pratiche reali di solidarietà con i migranti
non hanno votato la Nicolini.

Ricordiamo che quando ci fu la visita di Salvini i giornalisti e la Nicolini dovettero camuffare la realtà dicendo che “Lampedusa accoglie tutti anche Salvini” per non dire che in realtà sull’isola c’è una componente leghista e che gli imprenditori avrebbero avuto un incontro con Salvini per discutere con lui.

Dire questo avrebbe provocato un attrito con la narrazione che in quel momento si doveva fare dei lampedusani e della Nicolini. Fummo gli unici a dire queste cose ma allora non serviva e i media e gli stessi commentatori che oggi sparano a zero sui “lampedusani” si accodarono alla narrazione dominante dei lampedusani “troppo avanti” che snobbano Salvini e addirittura lo accolgono.

Che geni sti lampedusani qualcuno disse….

nico slavi

 

A partire dal 2013 si è creata e riprodotta un’immagine di Lampedusa e dei lampedusani che si può riassumere con alcuni stereotipi:

accoglienti, solidali, eroi, isola dell’accoglienza, porta d’Europa, capitale morale del Mediterraneo e chi più ne ha più ne metta.

Proprio come per lo stereotipo del migrante si è creato quello del lampedusano.

La creazione di “essenze” è un tipico processo culturale colonialista. Questi stereotipi non sono mai creati a caso ma hanno la funzione di supportare i piani coloniali e di accumulazione del capitale.

La cosa interessante è che queste “essenze” quando non possono essere più usate per gli scopi prefissati si capovolgono nel loro contrario e quindi se fino a pochi giorni fa i lampedusani erano un modello per tutta l’Europa oggi divengono degli stupidi razzisti che non sanno riconoscere il valore delle eroiche gesta della Nicolini.

Lo stesso vale per i “migranti” che possono essere ridotti a poveri cristi, “nuda vita” (per dirla con Agamben) corpi che hanno una sere di necessità fisiologiche (che solo il sistema dell’accoglienza è in grado di soddisfare), poverini che scappano da guerre e persecuzioni.
Ma i migranti possono diventare in un attimo: invasori, criminali che scappano dalle patrie galere, ladri di lavoro, stupratori etc etc.

per mig

A secondo di quello che il potere ha bisogno le retoriche vengono intercambiate ma questo processo di intercambio è dato anche da come risponde la realtà.

Quindi se i migranti si comportano da “poveri cristi” e svolgono la loro funzione di “corpi merce” andando a ingrassare tutto il meccanismo dell’affare accoglienza, allora vanno bene.

Se invece cominciano a ribellarsi e a manifestare contro le leggi europee o contro la detenzione amministrativa con atti estremi, come quello di dare fuoco al centro di detenzione per migranti, allora questi si trasformano in pericolosi criminali che pretendono troppo.

La realtà è molto più complessa e la creazione stessa delle essenze dei “migranti” come quella dei “lampedusani” va ricercata nel processo di accumulazione del capitale che ha portato alla creazione di un mercato interno europeo e allo spazio di Schengen.

Ma a cosa è servita questa riduzione ad “essenza” dei lampedusani ?

Questa immagine retorica cosa ha coperto fino ad oggi?
La realtà dei fatti è che sull’isola c’è un Hot Spot gestito da anni da comitati di affari che speculano sulla pelle di migliaia di persone “migranti”, supportati da ONG e apparati militari dell’UE, giornalisti, attori, cantanti e politici di varia natura e statura.

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Sono diverse le inchieste parlamentari, giornalistiche, i documenti e le testimonianze che dimostrano che l’accoglienza sull’isola di Lampedusa non esiste ma è in realtà un “affare”.

Nel centro le condizioni igienico sanitarie sono pessime, cosi come l’assistenza sanitaria è quasi assente, lo stesso si può dire dell’assistenza legale e dei servizi minimi, per non parlare delle violenze psicologiche e in alcuni casi anche fisiche che alcune persone “migranti” hanno denunciato di subire per il rilascio delle impronte digitali.
Il premio Unesco della Pace e tutta la retorica sulla Nicolini vanno a coprire la reale funzione di Lampedusa cioè quella di un’isola militare che ha visto negli anni implementare sul suo territorio le basi militari, i radar, i vari corpi militari e la sottrazione di spazi pubblici per scopi bellici, fino ad arrivare ad avere sull’isola 7 radar, 2 caserme dell’Aeronautica Militare, 2 caserme della Guardia di Finanza, 1 caserma dei Carabinieri, un area della Marina Militare Italiana, svariate antenne per lo spionaggio e la guerra elettronica, L’ex Base Loran, una casermetta dell’Esercito Italiano, l’operazione “Strade Sicure” dell’esercito, Frontex che ha già usato l’ex stazione aeroportuale, l’EASO, 3 braccia del porto che sono zone militari inaccessibili, l’aeroporto che viene usato continuamente per operazioni militari di elicotteri e aerei ( questo è quello che sappiamo).

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Mai una denuncia su questo da parte della Nicolini in questi anni di amministrazione anzi affermazioni che lodavano la presenza dei militari sull’isola perché la facevano sentire più sicura.

La vittoria di Martello apre un nuovo scenario nel rapporto tra narrazione dominante e realtà dell’isola. Bisogna capire quanto la nuova amministrazione da un lato riuscirà a venire incontro alle esigenze locali e quanto vorrà opporsi all’uso militare e di piattaforma repressiva che dell’isola ne fanno l’UE e quello che questa rappresenta in termini di interessi.

Si possono anche prevedere ricatti di vario tipo da parte dell’UE e del PD con la creazione di nuove emergenze sull’isola (che come sappiamo bene sono state sempre provocate) per scopi politici o con il blocco dei finanziamenti erogati dal governo Letta.

Bisogna vedere quanto i consiglieri e gli assessori di Martello saranno vigili e presenti nella vita amministrativa, quanto noi isolani parteciperemo alla vita pubblica.

L’appello che facciamo ai lampedusani e ai linosani è di prendere forte coscienza del ruolo che quest’isola ha nello scenario globale e lottare uniti affinché l’isola venga smilitarizzata perche noi non vogliamo essere più strumento di guerre.
Lottare uniti affinché l’Hot Spot venga chiuso perché noi non vogliamo essere più strumento di privazione della libertà di altri esseri umani.
Chiedere insieme e ad alta voce che tutte e tutti nel mondo abbiano la possibilità di viaggiare in maniera regolare senza essere “clandestini” e “nuovi schiavi”.
Chiedere ad alta voce che a fronte dei milioni spesi per militarizzare l’isola e il mediterraneo noi chiediamo un ospedale che funzioni per noi e per tutti coloro che sono in mare (ma da persone libere e non da carne da macello).

Noi continueremo a fare quello che abbiamo fatto in questi anni convinti che non sia un’amministrazione a poter cambiare il volto di queste isole ma solo la partecipazione attiva di tutte e tutti  in una prospettiva che non faccia del denaro il motivo della partecipazione politica

ma sia l’esigenza di vivere in un mondo diverso, migliore, più pulito, più giusto che ci spinga ad impegnarci politicamente!

 

COLLETTIVO ASKAVUSA
SENZA PAURA

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