Elezioni a Lampedusa, premio Nobel e PD……

“Il sindaco Giusi Nicolini si è distinta sin dal suo insediamento per aver portato avanti con determinazione e generosità, insieme alla comunità di Lampedusa, una politica di accoglienza verso i migranti che sbarcano sull’isola. Un’umanità e un coraggio che fanno onore all’Italia e all’Europa su una frontiera delicata e difficile, che mette alla prova la nostra civiltà”

Ermete Realacci insieme a 120 parlamentari italiani ed europei torna alla carica con il vecchio motivo del nobel per la Pace a Giusi Nicoini e ai lampedusani, in piena campagna elettorale per le amministrative di Lampedusa e Linosa (la Nicolini è una dei quattro candidati) e a pochi giorni dell’ingresso dell’attuale sindaca di Lampedusa e Linosa nella segreteria nazionale del PD.

Il PD sta sfoderando ogni sua arma per condizionare le elezioni comunali di Lampedusa e Linosa, nonostante la Nicolini si presenti con una lista civica al cui interno ci sono esponenti provenienti da Alleanza Nazionale. D’altronde il PD ha fatto accordi con tutti pur di rimanere al potere.

Senza entrare nel merito di cosa sia il nobel per la pace e a chi è stato assegnato recentemente, la proposta di Realacci e dei 120 parlamentari non è che la punta di un iceberg mastodontico.
Nel momento in cui viene riproposto l’assegnazione del nobel, la sensazione generale a Lampedusa e Linosa è che la Nicolini non venga rieletta, a meno che qualcosa non muti. Mutamento che va messa nel conto visto la repentinità con cui a Lampedusa si cambia bandiera ma soprattutto gira il vento.

Una delle proposizioni che potrebbe far tornare sui loro passi gli elettori lampedusani è proprio questa: “La Nicolini ha dato un’immagine positiva in tutto il mondo di Lampedusa e dei lampedusani” che tradotto significa “tanti turisti” ovvero “tanti soldi”.

porta impacchettata

Ma chissà cosa accadrebbe se la Nicolini perdesse le elezioni comunali ? Che fine farebbe la proposta del Nobel per i lampedusani ? (il primo a proporlo fu Berlusconi quando era Presidente del Consiglio).

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza e partiamo da una domanda:
“Ciò che si afferma su Lampedusa, la Nicolini e i lampedusani è vero?”
e di conseguenza “Questa rappresentazione a chi è utile?

Realacci quando afferma: “ per aver portato avanti con determinazione e generosità, insieme alla comunità di Lampedusa, una politica di accoglienza verso i migranti che sbarcano sull’isola”
a quali politiche si riferisce?

E’ un dato di fatto che l’amministrazione comunale non può fare politiche sulle migrazioni cosi come è un dato di fatto che a Lampedusa esiste dalla metà degli anni novanta un centro per migranti. Un centro che è stato il luogo di sperimentazione delle politiche repressive nei confronti delle persone migranti a livello europeo. Il centro ha cambiato diverse volte natura giuridica: CPSA, CPT, CIE ed oggi HOT SPOT (il primo n Europa !). Nel corso di questi anni è stato dimostrato tantissime volte che il centro di Lampedusa, come del resto di tutti i centri per migranti, è un luogo in cui si fa profitto sulla pelle delle persone, dove vengono private della libertà, dove le condizioni di vita sono indecenti, dove si genera schiavitù e assistenzialismo. Tutto questo è stato confermato da filmati, foto, relazioni di parlamentari nazionali ed europei, testimonianze dirette delle persone migranti, denunce di avvocati e attivisti.

Dal 2013 le più alte cariche dello Stato, attori e testimonial di vario genere si sono susseguiti incessantemente per ribadire, invece, quanto “il centro di accoglienza” di Lampedusa fosse un modello, addirittura da esportare in tutto il mondo.
In realtà le condizioni all’interno del centro non sono mai mutate e chi gestiva e gestisce il centro continua a fare profitto sulla pelle di queste persone.

Se è vero che l’amministrazione locale non può intervenire sulle politiche che riguardano i centri per migranti, però, può denunciare le condizioni dell’Hot Spot specie dopo avere acquisito una certa autorevolezza. Il dubbio è che l’autorevolezza sia stata acquisita proprio perché si riproduceva quello che il potere centrale voleva che fosse riprodotto.

La maggior parte dei lampedusani è in realtà insofferente per la presenza dei migranti, ci sono frange di lampedusani che vanno ben oltre la semplice insofferenza, basta pensare che una delle candidate a sindaco è Angela Maraventano della Lega Nord o ricordare alcuni episodi avvenuti sull’isola come lo scontro del 21 settembre 2011.

I lampedusani realmente solidali coi “migranti” sono pochissimi ed anche visti male dal resto della popolazione.

Quando Realacci afferma che i “migranti sbarcano sull’isola” omette un fatto importante: che sull’isola gli sbarchi sono finiti da un pezzo e che a partire dal 2002 ed in maniera progressiva le navi militari si sono spostate davanti la Libia a recuperare i barconi e trasportare le persone migranti dove gli veniva ordinato.
Tant’è, che come mostra la tabella qui sotto, dal 2002 in poi si ha un impennata degli arrivi.

statistiche sbarchi

Sempre nel 2002 il governo fa il primo appalto per la gestione del centro. Alla Croce Rossa che aveva gestito fino al quel momento il centro con volontari, subentra la Misericordie. I volontari vengono assunti con un contratto. Il presidente della Misericordie era il fratello dell’allora Ministro Giovanardi.

Nel 2002, accade anche, che la questione dell’immigrazione diviene questione di sicurezza e le grandi aziende produttrici di sistemi di controllo (e anche di armi) aumentano la loro pressione sulle istituzioni europee per fare approvare tutte quelle leggi e finanziamenti che andranno verso la “securitizzazione” e la militarizzazione delle frontiere esterne europee.

Se facciamo un altro salto indietro vedremo che i primi sbarchi sull’isola avvengono a seguito della legge Martelli che non permetteva più ai lavoratori stranieri di entrare in Italia con un passaporto rilasciato dal loro paese ma solamente con un visto rilasciato dall’Italia. Cosi i tunisini che fino al 1990 arrivavano in Italia con una nave o un aereo di linea e che magari dopo un periodo di lavoro tornavano nel loro paese, furono costretti a viaggiare in maniera irregolare (per la difficoltà a ottenere un visto) ed essere progressivamente criminalizzati.

Lo “sbarco a Lampedusa” d’altronde è uno degli elementi più importanti  di quella retorica costruita negli anni.

per mig

Dunque cosa ha fatto la Nicolini di concreto per i “migranti” a parte confermare, consolidare e reiterare la retorica che crea la categoria stessa dei migranti.

Quella retorica che si basa sul concetto di accoglienza e di subalternità dei “migranti” e che nei fatti si traduce in fare profitto.
Quella retorica che si nutre dei corpi dei “migranti”, corpi che vengono rappresentati con una serie di bisogni fisiologici che solo la macchina dell’accoglienza è in grado di soddisfare.
Quella retorica che ha bisogno di vite da salvare in mare per mantenersi viva.

Perché ad esempio la Nicolini è una grande sostenitrice di Mare Nostrum e non lo è invece della regolarizzazione dei viaggi? Su entrambe le cose lei non ha potere di attuazione, la Nicolini esprime giudizi, proprio come lo facciamo noi in questo momento e allora perché l’attenzione non viene mai spostata sulla regolarizzazione dei viaggi ?

Al netto dei soldi spesi per arrivare in Europa , dei soldi spesi per i centri di detenzione, dei soldi spesi per la militarizzazione dei territori e del mediterraneo, non si potrebbe investire sulla regolarizzazione dei viaggi e sulle politiche del lavoro?

Ma senza i migranti cattivi come si farebbe a giustificare l’enorme spesa per i sistemi di controllo e la militarizzazione?
Senza la retorica umanitaria come si farebbero a giustificare l’enorme spesa per la gestione dei centri per migranti e per tutto l’apparato “umanitario”?
Se le persone potessero viaggiare come noi e i diritti sul lavoro non fossero stati distrutti (il partito che più di tutti ha espropriato i diritti dei lavoratori è il PD) quanti soldi avrebbero perso le mafie, i gruppi di potere e i grandi accumulatori di capitale?

La Nicolini non è forse uno dei tanti terminali del potere globale ? Un terminale importantissimo per quello che rappresenta nell’immaginario collettivo.

Questa rappresentazione (insieme ad altre) non è uno strumento fondamentale per mantenere tutto com’è ?
Utile (insieme ad altri tasselli) a spingere in avanti il grande massacro messo in atto da un’oligarchia sempre più feroce nei confronti del resto della popolazione mondiale?

Questo processo che ha come obbiettivo l’accumulazione del capitale in poche mani, ha come sua caratteristica il riprodursi in piccola, media e larga scala con le stesse caratteristiche, in questo senso si potrebbe pensare al processo di accumulazione del capitale come ad un frattale.

Oggi nel mondo 8 uomini, da soli, posseggono 426 miliardi di dollari, la stessa ricchezza della metà più povera del pianeta, ossia 3,6 miliardi di persone.
Dal 2015 l’1% più ricco dell’umanità possiede più del restante 99%.
In Italia, l’1% più facoltoso della popolazione ha nelle mani il 25% della ricchezza nazionale netta.

( Dati tratti dal rapporto Un’economia per il 99% della ong britannica Oxfam, diffusi alla vigilia del World Economic Forum di Davos, in Svizzera.)
Lo stesso divario c’è in Sicilia e a scendere a Lampedusa.

Ma la creazione di questa immagine di Lampedusa ha permeato del tutto i lampedusani stessi. Tutti i candidati sindaci, compreso la Maraventano, non smentiscono mai l’affermazione che i lampedusani sono accoglienti, che Lampedusa è l’isola della solidarietà. La ragione di tale immedesimazione è che l’immagine dell’”isola dell’accoglienza” ha portato un beneficio economico e nessuno vuole rinunciarci: Il turismo ne ha avuto una notevole e positiva ricaduta.

Tutti coloro che lavorano dentro l’Hot Spot e tutti coloro che fanno profitti con le tantissime forze dell’ordine presenti sull’isola non hanno nessun interesse a far si che questo stato di cose cambi. Il massimo per la maggior parte dei lampedusani, sarebbe che le persone “migranti” arrivassero a Lampedusa, messi dentro un pullman portati all’Hot Spot e dopo trasferiti o rimpatriati (che praticamente è quello che accade nella maggioranza dei casi).

Quando le persone cominciano a rivendicare i propri diritti diventano maleducate. Quando le persone si ribellano alla detenzione amministrativa o alla presa forzata delle impronte digitali per molti lampedusani i “Turchi” mostrano la loro reale faccia: “persone che pretendono troppo da noi che li accogliamo”.

Come accennavamo sopra l’accumulazione del capitale agisce come un frattale che riproduce nel piccolo le stesse caratteristiche del grande. Ad esempio, dopo la strage del 3 ottobre 2013

(Leggi  il nostro dossier: 03/10/2013 il naufragio della verità > https://askavusa.wordpress.com/03102013-il-naufragio-della-verita/)

le grandi multinazionali delle armi e dei sistemi di controllo e Frontex hanno aumentato i loro guadagni. Ma in scala più ridotta il comune di Lampedusa e Linosa ha ricevuto 21 milioni di euro dal governo Letta e si sono generate altre situazioni di profitto in scala più bassa tra i lampedusani (e non solo).

Artisti, giornalisti, scrittori, registi, studiosi, cantanti e chi più ne ha più ne metta, hanno fatto a gara per riprodurre l’immagine della Lampedusa accogliente, attingendo anche loro all’enorme quantità di finanziamenti generato dal “marchio Lampedusa” e da chi volesse continuare a riprodurre gli utili stereotipi.

Tra questi c’è chi ha saputo conquistarsi la benevolenza degli isolani (pochissimi) e chi invece (la maggior parte) è visto come il nemico che viene a sfruttare l’isola e a parlare solo e sempre di immigrazione.
La differenza tra questi due tipi di “artisti” sta nel fatto di sapere e potere generare un indotto all’isola, specie in termini di immagine.

Questa operazione è scivolosa per chi la compie perché da un lato deve portare avanti la retorica dominante, magari finanziato proprio da quei soggetti che sono responsabili della militarizzazione e delle migrazioni di massa e dall’altro deve portare qualcosa all’isola. Per portare qualcosa all’isola ed essere finanziati dalle istituzioni si deve mettere di facciata il tema delle migrazioni, della solidarietà e tutto il resto e non affrontare mai i nodi centrali della questione, quelli che una volta affrontati metterebbero in luce le responsabilità di chi finanzia quegli eventi e i reali connotati dell’isola.

Ma tutto questo alla maggior parte dei lampedusani va bene, infatti nessuno dei candidati afferma di volersi opporre all’esistenza dell’Hot Spot, al massimo si parla di una gestione comunale che permetterebbe di impiegare personale direttamente al comune, ipotesi che mi sembra difficile si possa verificare (ma non impossibile).

Il Nobel per la pace andrebbe a mettere un altra grande foglia di fico al reale uso che di Lampedusa viene fatto da chi detiene il potere.
Lampedusa è una grande base militare con sette radar, svariate antenne per lo spionaggio e la guerra elettronica, due caserme dell’Aeronautica Militare, due caserme della Guardia di Finanza, una caserma dei Carabinieri, una caserma della Guardia Costiera, un’area della Marina Militare Italiana, la ex stazione Loran, l’Esercito Italiano con l’operazione “strade sicure”, la Polizia, diversi corpi speciali, Frontex, EASO, tre braccia del porto sono zone militare non accessibili e l’aeroporto viene usato molto spesso per operazioni militari.

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L’importanza di Lampedusa in questo senso è riconfermata dall’incontro dei capi di Polizia che il prossimo 7 e 8 giugno parleranno di immigrazione e terrorismo proprio a Lampedusa.

(Guarda la campagna NO RADAR di Rossella Sferlazzo, in collaborazione con insideoutproject > http://www.insideoutproject.net/en/group-actions/italy-lampedusa)

Ma la domanda che dovremmo farci è questi capi di Polizia quali interessi difendono?
La classe politica nazionale ed europea non è forse l’espressione dell’interesse di quella piccolissima percentuale di persone che detiene la maggior parte della ricchezza mondiale?

Matteo Renzi, principale artefice dell’entrata della Nicolini nella segreteria nazionale del PD ha sestuplicato le autorizzazioni per esportazioni di armamenti, da poco più di 2,1 miliardi di euro nel (22 febbraio 2014) ad oltre 14,6 miliardi di euro (12 dicembre 2016) con un incremento del 581%.

renzi nicolini

La guerra si pratica principalmente con le armi ma la logica della guerra, l’economia della guerra spesso si attuano e si riproducono ad altri livelli, uno su tutti l’egemonia culturale, attraverso la retorica e la creazione di “miti collettivi”. Lampedusa e la Nicolini sono uno di questi miti, ne è prova la percezione che fuori dell’isola ha la Nicolini e i “lampedusani”, ma tale costruzione sta plasmando in maniera irreversibile le vite degli isolani che se da una parte disprezzano “i turchi” e i militari negli alberghi gli fanno comodo, dall’altro un premio nobel lo riceverebbero volentieri….. Pensa che ritorno d’immagine…..

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