Protesta dei migranti nell’Hot Spot di Lampedusa

Questa mattina, verso le 10, circa 150 migranti rinchiusi nell’Hot Spot di Lampedusa hanno manifestato pacificamente contro la loro detenzione.
Due giorni fa, il 2 ottobre, aveva avuto luogo una prima protesta causata da un trasferimento che aveva riguardato solo una parte dei migranti presenti nella struttura. Ai migranti rimasti nel Centro era stato promesso un trasferimento già a partire da questa mattina, che però non è mai avvenuto.

Poco prima della partenza del pullman che li avrebbe portati all’imbarco del traghetto della tarda mattinata con destinazione Porto Empedocle , i migranti aspettavano all’ombra con i bagagli già pronti. Al segnale di uno di loro si sono alzati, hanno aperto degli striscioni artigianali e hanno inscenato una protesta pacifica al grido di “We don’t want Lampedusa!” e “We don’t want prison!”.
Dopo circa 15 minuti, ci hanno salutato esprimendo la loro felicità di essere finalmente prossimi al trasferimento senza aver lasciato le impronte. Ci hanno inoltre confermato di non aver avuto nessuna indicazione circa la loro destinazione una volta giunti a Porto Empedocle.

Dopo circa mezz’ora dal nostro allontanamento, abbiamo avuto notizia dell’annullamento del trasferimento, abbiamo visto la polizia presente in porto allontanarsi dalla banchina e il traghetto partire senza i migranti a bordo.

Alcune osservazioni:

– E’ ancora difficile poter osservare un cambiamento del funzionamento del centro da quando il Cpsa è diventato Hot Spot. Quello che è certo è che dalla sua attivazione, lo scorso 21 Settembre, sono già avvenute due proteste autorganizzate da parte dei detenuti. Il procedimento di identificazione dei migranti è poco chiaro e ancora meno lo è la procedura di trasferimento dei migranti dall’Hot Spot agli altri centri dislocati in italia, così come il fantomatico “sistema quote” previsto dal nuovo regolamento europeo.

– La Misericordia srl, che gestisce l’Hot Spot, è in procinto di aprire una sede a Lampedusa. Questo significherà l’arrivo di ingenti finanziamenti per la gestione del centro e la creazione di nuovi posti di lavoro, ovvero la progressiva dipendenza economica dell’isola dagli arrivi di migranti.

– Allo stato attuale, nell’Hot Spot sono presenti, oltre agli operatori della Misericordia, i funzionari della Polizia italiana, la Scientifica, gli operatori di Save the children, UNHCR, OIM, Inmp e  Cisom,  tre funzionari della Polizia di Frontiera Europea (FRONTEX), che dovrebbero avere la funzione di garantire l’identificazione dei reclusi prima del loro trasferimento. L’apparat0 di controllo aumenta quindi notevolmente, andando ad appesantire ulteriormente un territorio già profondamente segnato dalla presenza di corpi e dispositivi militari.

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