RADAR E INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO A LAMPEDUSA: Lettera alle istituzioni e alla popolazione di Lampedusa.

I

SALUTE E GUERRA

In questi mesi abbiamo portato avanti diverse iniziative per mettere in evidenza l’alta emissione di onde elettromagnetiche a cui la popolazione di Lampedusa è esposta da anni, esposizione da parte dei lampedusani che è aumentata con il passare del tempo. Più volte e in diverse forme abbiamo chiesto a questa amministrazione comunale di potere accedere alle informazioni sulle fonti di emissione di onde elettromagnetiche per potere avere più chiara la situazione che già ad “occhio nudo” appare allarmante, impressione confermata anche da studiosi ed esperti da noi invitati sull’isola per avviare una serie di studi sul problema. Dal comune non abbiamo mai ricevuto la documentazione richiesta e addirittura è stato negato ai consiglieri di opposizione l’accesso agli atti riguardanti i radar ad uso militare. Attraverso le nostre pressioni sono stati svolti a Lampedusa dei rilevamenti da parte dell’ARPA Sicilia dal 18/11/2014 al 20/11/2014. A questi rilevamenti è seguita una relazione che abbiamo ricevuto in copia e che mostra dei valori alti nella zona del paese dove è installato un traliccio per le telecomunicazioni, la relazione tende invece a minimizzare per quanto riguarda la situazione generale dell’isola, sono assenti invece i rilevamenti di Albero Sole. Il fisico Massimo Coraddu (Politecnico di Torino) ha dimostrato attraverso una contro-relazione che i metodi e le apparecchiature usate per le misurazioni presentano diverse e importanti lacune che rendono assolutamente inattendibile la relazione dell’ARPA Sicilia

(relazione dell’ARPA Sicilia >> RelazioneArpa)

(contro-relazione del prof. Massimo Coraddu >> CommentoMisureARPAS_Lampedusa_2014)

Nel maggio del 2015 l’ARPA Sicilia ha effettuato dei nuovi rilevamenti sull’isola ma non abbiamo mai ricevuto copia dei risultati finali.

Nel documento conclusivo (http://www.registri-tumori.it/cms/it/system/files/Atti_Definitivo_web.pdf) della XVIII Riunione Annuale dell’associazione Registri Tumori svoltasi a Taranto dal 9 all’11 aprile 2014 si mostra un’incidenza sopra la media per quanto riguarda i tumori maschili e chi vive sull’isola sa bene quale sia la frequenza con cui si muore di tumore a Lampedusa. Per approfondire questo aspetto, anche attraverso una raccolta firme fatta dal 16 al 19 ottobre 2014 insieme al Comitato Delle Mamme di Lampedusa, abbiamo chiesto in via ufficiale (allegando più di 900 firme) alle autorità competenti di effettuare un’indagine epidemiologica approfondita (ottobre 2014). La dottoressa Candela del Registro Tumori di Trapani e’ venuta sull’isola nel marzo 2015 ospitata e aiutata da noi per avviare l’esame epidemiologico. Ad oggi la Dottoressa Candela attende ancora, da due dei medici di base operanti a Lampedusa, i dati richiesti che servono per completare l’indagine epidemiologica.

In merito alla proliferazione dei radar e degli impianti militari, sono evidenti gli aspetti ambientali e di salute pubblica, di “legalità” e di mancate procedure amministrative, di “sovranità”, di estetica e di mancato rispetto per la popolazione locale. Non sarebbe però possibile comprendere le ragioni profonde dell’alta militarizzazione dell’isola senza considerare le politiche imperialiste legate allo sviluppo del capitale e al suo bisogno di guerra e sfruttamento di territori e lavoratori. Senza tale sfruttamento il nostro “piccolo benessere” e l’enorme ricchezza di pochissimi non sarebbero possibili. Lampedusa rappresenta da questo punto di vista un avamposto strategico dei piani politici e militari atlantici attualmente in corso senza considerare i quali non è possibile avere uno sguardo completo sulle dinamiche che attraversano l’isola. Ci riserviamo di trattare in maniera più approfondita e specifica questo argomento in altre sedi e con altre forme e ci concentriamo qui solo sugli aspetti più specifici che ci permetteranno di continuare ad affrontare questo enorme problema che coinvolge tutti noi isolani. Con la coscienza che un avanzamento nella lotta può passare solo attraverso le contraddizioni e i problemi concreti dei territori e che sarà possibile solo attraverso la partecipazione popolare consapevole e attiva.

II

RISERVE NATURALI (?)

A Lampedusa la stragrande maggioranza degli impianti di radio telecomunicazione, le installazioni radar e le postazioni per le guerre elettroniche sorgono all’interno di aree naturali istituite e protette dalle normative europee, nazionali e regionali. Per il suo notevole interesse naturalistico-ambientale, la rarità e rilevanza di alcune delle specie vegetali e animali ospitate, l’intero territorio delle isole di Lampedusa e Linosa (12.715 Ha) è stato classificato nel 2005 come ZPS – Zona a protezione Speciale con il codice ITA040013 Arcipelago delle Pelagie-Area marina e terrestre. Il 67,81% del territorio dell’isola di Lampedusa (comprese le aree più densamente militarizzate di Capo Ponente – Albero Sole e Capo Grecale) e l’isolotto di Lampione, per una superficie di 1.397,42 Ha, è classificato invece come SIC – Sito d’importanza comunitaria con il codice ITA040002 Isola di Lampedusa e Lampione. Le infrastrutture militari che occupano la parte più occidentale dell’isola sorgono infine a meno di 400 metri in linea d’area dalla Riserva naturale orientata istituita nel maggio 1995 dall’Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Sicilia. Con un’estensione di circa 320 ettari, la Riserva protegge buona parte della costa meridionale di Lampedusa, dall’incomparabile bellezza e ricca di grotte e calette (tra le più note Cala Pulcino e l’Isola dei Conigli, quest’ultima zona di deposizione delle uova della tartaruga Caretta caretta). Un ampio tratto di mare circostante l’isola di Lampedusa (da Punta Galera, verso ponente, fino alla punta a nord di Cala Pisana, compresi Capo Ponente e Capo Grecale) è inserito infine nell’Area Marina Protetta Isole Pelagie, istituita con decreto ministeriale del 21 ottobre 2002 e la cui gestione è affidata al Comune.

III

ENORMI RISCHI PER LA SALUTE PUBBLICA

Dato il gran numero di sorgenti diverse, tutte di notevole intensità e la piccola superficie a disposizione, l’isola di Lampedusa presenta una densità molto alta e del tutto inusuale di emissioni elettromagnetiche, denuncia il prof. Coraddu.

Sono state già evidenziate situazioni critiche, duplicazioni di funzioni (si pensi che sono presenti perlomeno sei radar di sorveglianza costiera da terra) e non è mai stata fatta una stima della potenza e degli effetti delle emissioni. Nessuno si è posto il problema delle loro conseguenze per l’ambiente o sugli insetti impollinatori, sull’avifauna, sui cetacei, ecc. o dei possibili rischi per i portatori di dispositivi elettromedicali impiantatati. Defibrillatori e pacemaker sono certificati per resistere a disturbi con una componente elettrica sino a 10 V/m, mentre gli impulsi di un radar possono raggiungere migliaia di V/m. La punta occidentale, ad altissima concentrazione di radar, non è neppure dotata di opportuni cartelli di avviso del pericolo.

Il prof. Coraddu ricorda che gli effetti biologici delle esposizioni alle onde elettromagnetiche, per campi a RF a 10 GHz d’intensità dell’ordine dei 300W/m2 e 300 V/m possono essere gravissimi (ustioni della pelle, cataratte oculari, ecc.), mentre per intensità di 1.000W/m2 e 600 V/m gli effetti sono letali (ipertermia e infarto). Relativamente alle esposizioni prolungate con campi deboli, cioè molto al di sotto della soglia oltre la quale si verificano gli effetti acuti, gli studi in vitro sui tessuti biologici hanno evidenziato l’insorgenza di anomalie biochimiche nel funzionamento delle membrane cellulari, del ciclo della melatonina, dell’ossidazione dei radicali liberi, della copromozione della degenerazione tumorale, dell’espressione genica, aggiunge il fisico. Studi sugli animali hanno evidenziato l’insorgenza di tumori, linfomi in particolare, e infertilità (anche trasmissibile alle successive generazioni). Anche diversi studi epidemiologici rivolti ai lavoratori del settore delle telecomunicazioni, militari, residenti in prossimità di ripetitori radio, hanno evidenziato un incremento del rischio di insorgenza di tumori (leucemia, glioblastoma, linfomi, etc.). Studi recenti sugli utilizzatori di telefoni cellulari hanno fornito indicazioni inequivocabili legate alla lateralità di neurinomi e gliomi (tumori del nervo uditivo e del cervello).

(>> pdf della relazione del prof Coraddu organizzata a Lampedusa da Askavusa nell’aprile 2015)

IV

Il radar di Capo Grecale

capo grecagreca

Radar per la sorveglianza costiera e l’intercettazione di imbarcazioni di migranti EL-M 2226 con una potenza non inferiore ai 250-300 KW, installato dalla Guardia di Finanza a Capo Grecale nell’area affidata dal comune in concessione a Telecom. Tale radar e’ già stato rimosso da diversi comuni sardi e siciliani anche con sentenze del TAR Sardegna.

(Sospensione cautelare del TAR SARDEGNA >>SospensioneCautelareTAR_Sardegna

(Relazione ARPA Sardegna >> ARPAS-Trenuraghes)

(Relazione tecnica del prof. Coraddu sullo stesso modello di radar installato e rimosso da Melilli >> Relazione su Melilli)

Le zone di interesse archeologico, in particolare Capo Grecale, sono state sottoposte a vincolo paesaggistico con divieto della modificazione dell’assetto territoriale senza preventivo nullaosta dalla Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Agrigento, a fronte di tali vincoli non è dato sapere se e in che modo sia stata autorizzata l’installazione di radar e ponti radio.

Il comune di Lampedusa e Linosa ha dichiarato ufficialmente che non ha ricevuto richiesta di installazione, ne studi preventivi sull’impatto ambientale, ne tantomeno ha rilasciato permessi per l’installazione del radar in questione alla Guardia di Finanza.

risposta u.t.c.

Risposta del comune di Lampedusa e Linosa sulla documentazione del radar di Capo Grecale e su altri documenti richiesti.

Questo radar evidentemente è illegale ed abusivo.

Abbiamo fatto denuncia alla Procura della Repubblica di Agrigento nel dicembre 2014

dove si chiede:

che la Procura della Repubblica di Agrigento Voglia accertare e valutare se nei fatti, atti e comportamenti sopra riportati siano rinvenibili fattispecie penalmente rilevanti procedendo, in caso affermativo, nei confronti dei soggetti responsabili. Con espressa riserva di costituirsi parte civile nell’eventuale successivo procedimento penale.

Chiediamo inoltre, ai sensi dell’art. 406, comma 3 c.p.p., di essere informati dell’eventuale richiesta di proroga delle indagini preliminari, nonché, ai sensi dell’art. 408, comma 2 c.p.p., circa l’eventuale richiesta di archiviazione.

Chiedono infine, ai sensi dell’art. 335 c.p.p., che vengano loro comunicati le iscrizioni previste dai primi due commi del medesimo articolo.”

Ad oggi la procura non ha dato nessuna risposta.

Stiamo inviando alla Procura della Repubblica una richiesta di informazioni sulla denuncia fatta.

V

Capo Ponente/Albero Sole

La località di Albero Sole è sottoposta a vincolo idrogeologico ai sensi del Decreto Regio n. 3267 del 1923, ancora vigente e “qualsiasi intervento o movimento di terra che possa compromettere la stabilità del territorio, deve essere sottoposto a nulla osta dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Agrigento”. Di terra ne è stata movimentata tanta ad Albero Sole, come innumerevoli sono stati gli interventi infrastrutturali per realizzare e potenziare negli anni gli impianti di guerra di Aeronautica e Marina

Il dammuso “Casa Teresa” è ubicato nei pressi del Vallone della Forbice, a meno di cento metri dalla stazione di spionaggio del 9º Nucleo Controllo e Ricerca dell’Aeronautica Militare di Albero Sole e a 600 metri dagli impianti radar sorti nella ex area Loran di Capo Ponente. Si tratta del più antico tra i dammusi dell’isola e tra i più rilevanti ed articolati per dimensione e tipologia. Dopo essere stato acquisito nel 1994 dalla Regione Siciliana, esso è stato oggetto di interminabili e onerosi lavori di restauro ed allestimento museale e di un “piano di recupero arboreo” del prospiciente giardino con elementi vegetali appartenenti alla flora autoctona dell’isola. Attualmente a “Casa Teresa” sono in corso lavori migliorativi con finanziamento del Fondo Europeo Sviluppo Regionale (asse III 2007-2013) per complessivi 362.900 euro (la data di consegna dei lavori da parte dell’impresa SCR Srl di Agrigento doveva essere il 7 aprile scorso). Impossibile comprendere la compatibilità di un museo-giardino contiguo al filo spinato che delimita alcune delle installazioni militari nazionali e Nato top secret più rilevanti nel Mediterraneo, pericolosissime fonti di inquinamento elettromagnetico

Per la particolare posizione nel Mediterraneo e la vicinanza al continente africano, Lampedusa e Linosa ricoprono un’importanza strategica per il rifugio e la sosta temporanea di numerosi uccelli migratori. Le due isole sono classificate come IBA (Important Bird Areas, Aree importanti per gli uccelli) in quanto offrono ospitalità a specie minacciate a livello globale e a un numero particolarmente alto di uccelli migratori. La stessa istituzione della Zona a protezione speciale nell’arcipelago risponde alla necessità di rispettare la cosiddetta “Direttiva Uccelli” dell’Unione europea a tutela e conservazione dell’avifauna rara o minacciata e del suo habitat naturale.

Un’ampissima letteratura ha accertato i pesantissimi impatti dell’elettromagnetismo sull’avifauna eppure sono proprio le aree dell’isola scelte per la nidificazione e la sosta in cui sono proliferate a dismisura le fonti di emissione di onde elettromagnetiche, in buona parte di origine militare.

Altrettanto negativo è l’impatto del processo di militarizzazione sull’importante e ricco patrimonio archeologico dell’isola che non è stato mai conservato e valorizzato.

VI

ELENCO DELLE FONTI DI EMISSIONE DI ONDE ELETTROMAGNETICHE E LUOGHI MILITARI

 

  1. Sono ancora visibili gli sfregi delle piattaforme in cemento armato che reggevano la maxi-antenna di 190,5 metri della (ex) stazione Loran C della Guardia Coste Usa                                                                                                                              ex base lorenzo

  2. Nel marzo 2014 si è sostituito il sensore del radar RAT-31SL a causa di usura meccanica causata dalla salsedine, con altro analogo. Durante tale fase è stato temporaneamente istallato un radar mobile AN/TPS-77 MATRA.                                                                                             

    RAT-31SL

    RAT-31SL

    L’Aeronautica militare ha predisposto di sostituire il radar RAT 31-SL con il radar di sorveglianza FADR (Fixed Air Defence Radar) RAT 31-DL, nell’ambito di un programma di ammodernamento della rete nazionale di telerilevamento. Operante in banda D con emissioni da 1 a 2 GHz, questo radar ha una potenza concentrata di 84 KW. L’impianto è di pertinenza della 134ª Squadriglia Radar, preposta alla sorveglianza e al controllo dello spazio aereo in ambito nazionale e Nato e dipendente amministrativamente dalla 4^ Brigata Telecomunicazioni e Sistemi per la Difesa Aerea e l’Assistenza al Volo e operativamente dal Centro per il controllo aereo di Poggio Renatico (Ravenna).

La Legambiente in data 22 novembre 2014 con una comunicazione ufficiale agli enti preposti (trasmessa per mezzo PEC) dava parere interlocutorio negativo e richiedeva altri 20 documenti per riavviare la valutazione.

(comunicazione della Legambiente)

  1. A pochi metri di distanza dall’impianto dell’Aeronautica ci sono altri due potenti radar, un GEM presumibilmente inserito nel sistema VTS della Capitaneria di Porto per il controllo del traffico marittimo e un radar EL-M 2226 prodotto dall’azienda israeliana ELTA-System uguale a quello di Capo Grecale. Nel sito ci sono anche altre antenne e apparecchiature elettroniche non identificate.                                                                                                       radar ex loran

  2. Nella vicina area di Albero Sole sorge la Stazione del 9º Nucleo Controllo e Ricerca (N.C.R.) dell’Aeronautica Militare, preposta all’individuazione di tutte le emissioni elettromagnetiche d’interesse strategico e alla guerra elettronica. La base di oltre 2.900 metri quadri di superficie ospita un imponente numero di antenne multiformi e le attrezzature di avvistamento avanzato per intercettare e analizzare le frequenze, le caratteristiche e le procedure delle trasmissioni radio, vocali e radar “nemiche” e “alleate”. Il 9° N.C.R. dipende dal Centro Intelligence Interforze di Castel Malnome, Roma, a sua volta subordinato con la Scuola interforze intelligence-guerra elettronica (S.I.I./G.E.) al 2° Reparto informazioni e sicurezza dello Stato maggiore della difesa. I dati intercettati a Lampedusa sono poi inviati per la loro elaborazione al Reparto Supporto Tecnico Operativo Guerra Elettronica (Re.S.T.O.G.E.) di Pratica di Mare. Nella base ci sono installate diverse antenne di cui non si conosce la natura e due strutture Radome, di queste non sappiamo la tipolagia di radar che ci sono all’interno: una e’ una struttura poligonale bianca e un’altra una copertura in vetroresina di forma cilindrica.                                                                     ncr

  3. Sempre a Capo Ponente nella vicinanza della base Aeronautica abbiamo un’altra area militare della Marina e due grossi tralicci per le telecomunicazioni                                                                                                                tra

  4. Altri due radar per la sorveglianza costiera si trovano nel  sito della Marina militare nella punta di Ponente. Le caratteristiche tecniche di questi dispositivi non sono note ma nel 2014 la Marina ne ha proposto la sostituzione con i modelli Gabbiano T200C e RASS CI (Radar di Scoperta di Superficie), entrambi prodotti da Selex ES, gruppo Finmeccanica. Il primo modello radar avrà una frequenza di 9.1-9.7 GHz, una potenza media di 215 W e una potenza di picco 3.45 KW. Per il secondo non sono stati forniti dati tecnici ma in base alle nostre conoscenze è verosimile che il RASS CI, versione costiera del radar RASS C imbarcato nelle unità militari, sia molto più pericoloso del Gabbiano T200C.                                                                                      marinamarina 2

    In questo sito abbiamo individuato un altro radar simile a quello di Capo Grecale, nel caso fosse confermato avremmo a Lampedusa ben 3 radar del modello  EL-M 2226 che ricordiamo sono stati accertati pericolosissimi per la salute umana e ambientale.                          radar greca 2

  1. Pericolosi dispositivi emittenti imperversano nella parte restante dell’isola: si tratta di ripetitori radiotelevisivi e per la telefonia cellulare, trasmettitori VHF per le comunicazioni in mare e per quelle aeroportuali. In particolare un ripetitore per la telefonia, potenziato recentemente, si trova nel centro del paese, a pochi metri dall’asilo e da diverse attività commerciali molto frequentate.                                                                                                   antenna in paese                                                                                                

  2. Lampedusa ha sul suo territorio: 2 basi dell’Aeronautica Militare, 2 caserme della Guardia di Finanza, 1 caserma dei Carabinieri, 1 Area della Marina Militare, alloggi militari, 1 edificio militare di cui non conosciamo l’utilizzo (Nei pressi della pista dell’aeroporto nelle vicinanze delle “grottacce”). Sull’isola sono presenti funzionari di Frontex e diversi agenti di eserciti e polizia internazionali. L’aeroporto è sempre di più utilizzato da elicotteri e aerei militari. Il porto è ormai in gran parte occupato da navi e vedette militari e della Guardia Costiera che spesso hanno i radar di bordo accessi dentro il porto.                                                      nave mi vedette vedette gf vedette 3 vedette 4 vedette 5

aereo 2 aereo 1 aereo 3 aereo 4 aereo5 aere6

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             

VII

CHIEDIAMO:

  1. Come chiesto in precedenza: che il comune di Lampedusa e Linosa si doti di un regolamento interno per quanto riguarda le installazioni di fonti di emissione di onde elettromagnetiche e che avvii un censimento sullo stato attuale delle fonti di emissione di onde ellettromagnetiche;
  2. Che il comune di Lampedusa e Linosa renda accessibile tutta la documentazione sugli impianti radar, antenne e ripetitori già installati sull’isola;
  3. Che il comune di Lampedusa e Linosa si esprima e si attivi in maniera chiara e netta sul radar di Capo Grecale e sul ripetitore per le telecomunicazioni che è ubicato al centro del paese;
  4. Che il comune informi la cittadinanza sulle procedure di installazione di nuovi radar a capo Ponente;
  5. A Legambiente di esprimersi in maniera chiara e netta sul radar di Capo Grecale e sui ripetitori della telecomunicazioni ubicati al centro del paese;
  6. Al fine di potere concludere l’indagine epidemiologica avviata dalla dottoressa Candela nel marzo del 2015 chiediamo all’amministrazione comunale e in particolare all’assessore alla sanità dott. Eugenio Caraffa di assolvere le funzioni che il proprio ruolo gli impone sollecitando i medici di base che ancora oggi non hanno trasmesso i dati richiesti a inviare tali dati alla dottoressa Candela;
  7. All’ARPA Sicilia: di rendere accessibili i dati degli ultimi rilevamenti fatti sull’isola di Lampedusa nel maggio del 2015;
  8. Di mantenere spenti i radar delle imbarcazioni (anche da pesca) durante le operazioni all’interno del porto.

________________________________________________________________________

SENZA PAURA !

(parti del documento sono tratte dall’articolo di Antonio Mazzeo I radar di Lampedusa, un crimine ambientale)

inviata a mezzo PEC il 27/08/2015

Ricevuta di accettazione
Il giorno 27/08/2015 alle ore 11:05:46 (+0200)
il messaggio "RADAR E INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO A LAMPEDUSA. Relazione e richieste."
proveniente da "askavusa@associazione-pec.it"
ed indirizzato a:
assessorato.territorio@certmail.regione.sicilia.it ("posta certificata")
sopriag@certmail.regione.sicilia.it ("posta certificata")
arpa@pec.arpa.sicilia.it ("posta certificata")
direzionegenerale@pec.asppalermo.org ("posta certificata")
protocollo@pec.comune.lampedusaelinosa.ag.it ("posta certificata")
segreteriagenerale@pec.comune.lampedusaelinosa.ag.it ("posta certificata")
ufficiotecnico@pec.comune.lampedusaelinosa.ag.it ("posta certificata")
coordinamento@pec.legambienteriserve.it ("posta certificata")
armaereo@postacert.difesa.it ("posta certificata")
sgd@postacert.difesa.it ("posta certificata")
teledife@postacert.difesa.it ("posta certificata")
irfag.foreste@regione.sicilia.it ("posta ordinaria")
è stato accettato dal sistema ed inoltrato.
Identificativo messaggio: opec228.20150827110545.21543.39.1.212@sicurezzapostale.it

2 risposte a “RADAR E INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO A LAMPEDUSA: Lettera alle istituzioni e alla popolazione di Lampedusa.

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